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Trento, 24 dicembre 2010
Da Boato a Murgia «Giovani, sfogo giusto»
L’ex leader del ’ 68: siamo solo all’inizio
Intervista a Marco Boato, de il Trentino di venerdì 24 dicembre 2010

Marco Boato, ex leader del ’ 68 e parlamentare di lungo corso, vede positivamente il corteo studentesco di mercoledì: «Proteste giovanili, siamo solo all’inizio».

L’esponente dei Verdi assolve gli studenti trentini e le manifestazioni di Roma: «Non sono ideologizzati e in gioco ci sono problemi veri. Ora però si segua l’esempio di Napolitano».

Del consiglio di presidenza nazionale dei Verdi e parlamentare di lunghissimo corso, Marco Boato si esprime così riguardo al corteo studentesco che mercoledì, a Trento come nel resto d’Italia, ha sfilato per le vie del centro ridando voce alla protesta e creando qualche disagio per gli automobilisti. Sociologo di formazione, protagonista dei movimenti studenteschi trentini degli anni Sessanta ed ex militante di Lotta continua, Boato vede di buon occhio la protesta che, da qualche mese a questa parte, ha portato in piazza migliaia di studenti.

«Ma attenzione alle strumentalizzazioni» , ammonisce il politico. Per quanto riguarda il futuro del movimento, invece, Boato si dice convinto che anche dopo l’approvazione del disegno di legge, avvenuta ieri sera, la protesta non si placherà.
«In gioco ci sono problemi sacrosanti quali la scuola, la ricerca e il futuro stesso di questi ragazzi. Io non credo che finirà. Anzi, mi auguro che i giovani abbiano la forza di andare avanti».

Boato, lei conosce bene i movimenti studenteschi che hanno segnato la seconda metà del Novecento italiano fino ai giorni nostri. Come valuta la protesta di oggi e, in particolare, gli eventi degli ultimi giorni?
«Per quanto riguarda il corteo di mercoledì credo che sia da considerare positivamente. Dopo gli episodi del 14 dicembre a Roma c’era il rischio che si innescasse una spirale di violenza. Così non è stato e gli studenti sono tornati in piazza pacificamente, sottraendosi allo scontro fisico: segno, questo, di grande intelligenza politica e lungimiranza».

Sempre mercoledì il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto una delegazione di studenti.
«Sì, quello che la presidenza ha voluto lanciare è un segnale molto importante di confronto. E credo che questo messaggio debba venire accolto anche a livello locale, soprattutto dalle istituzioni e dal mondo accademico».

Il rischio che alcune persone fuori dal mondo universitario aderiscano alla protesta cercando di strumentalizzarla è stato avanzato da più parti. È un rischio reale?
«Sì, il rischio c’è. Basta guardare gli episodi di Roma per vedere come poche centinaia di persone siano riuscite a mettere in atto una vera e propria guerriglia, travolgendo un’intera manifestazione e portando sulle televisioni di tutto il mondo immagini di auto incendiate e vetrine sfondate. L’intelligenza degli studenti e dei loro leader sta proprio nell’aprirsi al confronto ma nel non lasciarsi strumentalizzare».

Rispetto alle proteste studentesche del passato come si potrebbe collocare quella di oggi?
«Credo che rispetto agli anni ‘60-‘70 questo sia un movimento per fortuna non ideologizzato. Anche se vive in un momento di grave crisi socio-economica, non ha abbracciato ideologie totalizzanti che, invece, erano tipiche di quegli anni. Tentativi in questa direzione, soprattutto da parti esterne, ce ne sono continuamente. Ma il grande merito, finora, è stato quello di inseguire ideali e non ideologie, perseguire obiettivi e non porsi su mere posizioni antagoniste, di per sé prive di sbocchi».

 

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